sabato 24 agosto 2013

L'OMBELICO DEL MONDO

Da L'Aquila per andare in Umbria, nostra prossima meta, ci sono tre alternative:
-andare verso la costa adriatica ed imboccare l'autostrada fino a Fano e poi la Flaminia fino a Gubbio.
-prendere la strada che tiene il Gran Sasso sulla destra e per Amatrice, Norcia, Spoleto avvicinarsi a Gualdo e quindi Gubbio.
-andare per Antrodoco, Leonessa,  Cascia , la Valle della Nera e quindi come sopra.
La prima ipotesi non viene neanche presa in considerazione.
La seconda risulta banale e quindi la terza?
Eh no!
Troppo semplice.
Andiamo si fino ad Antrodoco, borghetto meraviglioso a cui si arriva per una strada bellissima, ma poi scendiamo fino a Rieti al di la di qualsiasi logica.
Il motivo di tale scelta l'uomo lo spiega dicendo: "è il centro d'Italia, il centro perfetto."
Effettivamente arrivando a Rieti un cartello ci accoglie dichiarando orgogliosamente la centralità di  tale plaga.
Saliamo verso il Mons Tetricus degli antichi Romani, il Terminillo, cantando "L'ombelico del mondo".
Strada bellissima in mezzo a faggete e castagneti via via diradantisi man mano che l'altitudine aumenta.
Il side procede inesorabile, pennellando tornanti su tornanti fino a Leonessa, da cui cominciamo a scendere in direzione di Cascia, quella di Santa Rita.
Siamo in Umbria e qua i santi si sprecano: S.Rita da Cascia, San Benedetto da Norcia, San Francesco d'Assisi. Mancano solo Remigio da Varagine e Adso da Melk e abbiamo fatto "Il nome della rosa".
Percorriamo la valle della Nera verso Spoleto e poi in mezzo ad un fortissimo vento, la strada che arriva a Gualdo Tadino.
Da li al libero comune di Gubbio la via è breve e finalmente la sagoma famigliare del monte Ingino ci annuncia che siamo arrivati.

"E' il viaggiatore solitario quello che va più lontano.
Louis Ferdinand Céline"






Nessun commento:

Posta un commento