Part 1: LATCHO
DROM
"Nella luce
del giorno anche i suoni splendono"
Questa frase di
Pessoa mi gira in testa mentre guido in direzione del confine francese. Smilla
e io andiamo a Lisbona, ma lo faremo con molta calma perchè la strada da fare
offre innumerevoli motivi di rallentamento.
La primavera è
innoltrata e la luce sarà con ogni
probabilità il filo conduttore di questo viaggio.
Viaggiamo con la
Golf, che abbiamo ribatezzato "Nema Problema" dato che non si rompe
mai.Smilla dorme sul sedile posteriore mentre Miles Davis in sottofondo
tormenta la sua tromba sulle note di "Kind of Blue".
Abbiamo un po'
di tempo per questo viaggio, mi sono liberato di un lavoro che mi tormentava,
non tanto per il mio ruolo, quanto per le continue incomprensioni con i miei
(s)coordinatori. E allora ciao, la vita è altro e probabilmente è anche
altrove.
Siamo partiti
presto, quando ancora doveva albeggiare e contiamo di arrivare in serata a
Saintes Maries de la Mer, in Camargue, dove domani si svolgerà la festa degli
zingari che una volta all'anno si riuniscono in questo paesino alle foci del
Rodano.
Il 24 maggio di
ogni anno gitani spagnoli e francesi, rom, kalè, sinti e manouches si danno
appuntamento nel piccolo abitato di Saintes Maries de la Mer per celebrare Sara
“la nera”. La leggenda narra che nel 48 d.C. Maria Maddalena, Maria Salomè e
Maria Jacobè (cugina della Vergine Maria) insieme alla serva Sara sarebbero
fuggite dalla Palestina a bordo di un’imbarcazione per approdare poi sulle coste
meridionali della Francia; da qui avrebbero poi avviato l’evangelizzazione
dell’Europa. Altri sostengono che con le Marie sia arrivato anche Giuseppe
d'Arimatea e il Sacro Graal, che altro
non sarebbe se non una contrazione di sang real ovvero il sangue della
discendenza di Gesù, sposato con Maria Maddalena. La Maddalena, assieme ad
altre donne citate nei vangeli, dopo la crocifissione sarebbe fuggita dalla
Palestina su una barca per approdare in Provenza assieme al figlio avuto da
Gesù. Avrebbe poi risalito il Rodano raggiungendo la tribù dei Franchi, che non
sarebbero stati altro che i discendenti della tribù ebraica di Beniamino nella
diaspora. I Merovingi, i primi re dei Franchi, proprio a causa di questa
origine avrebbero avuto l'appellativo di re taumaturghi, ovvero guaritori, per
la loro facoltà di guarire gli infermi con il solo tocco delle mani, come il
Gesù dei vangeli. Sara probabilmente è la figlia di Gesù secondo la leggenda.
Ignoro cosa ci
sia di probabile in tutto ciò e non mi interessa, mi interessa invece la figura
storica di Gesù che reputo il più famoso antiautoritario della storia e
comunque personaggio interessante. Altresì mi interessano gli zingari, che in
quanto nomadi hanno tutta la mia simpatia.
Fabrizio De
Andrè, mai troppo citato, diceva degli zingari:"è il caso del popolo Rom,
quello che noi volgarmente chiamiamo “Zingari” prendendo a prestito il termine
da Erodoto, che li chiamava “Zinganoi” , diceva che era un popolo che veniva
dal sud-est asiatico, dall’India, che parlavano una strana lingua , che poi si
è scoperto essere il Sanscrito e che
facevano un mestiere (se mestiere lo si
può considerare): quello del mago e dell’indovino.
E’ quindi un
popolo che gira il mondo da più di 2000 anni, afflitto o affetto, io non so
come meglio dire, ma forse semplicemente affetto, da quella che gli psicologi
chiamano “dromomania”, cioè la mania dello spostamento continuo, del viaggiare,
del non fermarsi mai in un posto. E’ un popolo, secondo me, che meriterebbe,
per il fatto, appunto, che gira il mondo da più di 2000 anni senza armi ,
meriterebbe il premio per la pace in quanto popolo.
Purtroppo i
nostri storici e non soltanto i
nostri preferiscono considerare i popoli
non soltanto in quanto tali ma in quanto organizzati in nazioni, se non
addirittura in stati, e si sa che i Rom, non possedendo territori, non possono
considerarsi né una nazione né uno stato. Mi si dirà che gli zingari rubano; è
vero, hanno rubato anche in casa mia. Si accontentano, però, dell’oro e delle
palanche; l’argento non lo toccano perchè secondo loro porta male, lascia il
nero - quindi vi accorgete subito se siete stati derubati da degli zingari.
D’altra parte si difendono come possono; si sa bene che l’industria ha fatto
chiudere diversi mercati artigianali. Buona parte dei Rom erano e sono ancora
artigiani, lavoratori di metalli (in
special modo del rame), addestratori di cavalli e giostrai - tutti mestieri
che, purtroppo, sono caduti in disuso. Gli zingari rubano, è vero, però io non
ho mai sentito dire, non l’ho mai visto scritto da nessuna parte che
gli zingari abbiano rubato tramite banca. Questo è un dato di
fatto."
Sara-la-Kali o Sara “la nera”, viene venerata
come Santa benché la Chiesa non l’abbia mai canonizzata e attorno a questa
figura i popoli romanì (soprattutto quelli di religione cristiana) hanno
sviluppato un vero e proprio culto. Sara è infatti la santa patrona dei nomadi.
Arriviamo nel
tardo pomeriggio con la luce ancora sufficientemente alta per montare la nostra
tenda nel piccolo appezzamento di terreno che abbiamo chiesto di poter usare a
Didier, un simpatico vecchietto del luogo incontrato in un Cafè.
Certo, un umano
affetto o afflitto o entrambi da dromomania è la giusta terapia per un cane in
cerca di stabilità. Del resto non mi sento di lasciarlo andare da solo perché
secondo me si mette nei guai. Quindi come cane fedele devo seguirlo. Adesso
vuole farmi dormire in questa cupola di stoffa che chiama tenda e il tutto per
cosa? Per veder qualche migliaio di dromomani come lui che fanno fare il bagno
in mare ad una statua!
Vabbè in fondo
mi rendo conto che adottare un umano è per sempre e gli voglio bene lo stesso
dai.
Smilla è un po'
dubbiosa della sistemazione notturna, non ha mai dormito in tenda, ma su mia
insistenza si sistema sulla brandina da viaggio e gurdandomi perplessa piano
piano si abbandona tra le braccia di morfeo.
Il mattino dopo
andiamo a fare colazione e una passeggiata tra le migliaia di gitani giunti qui da tutta Europa. Il
momento più importante della festa è la processione solenne del 24 maggio. Nel
pomeriggio la piazza della chiesa medioevale di Saintes Maries si affolla di
devoti. Gli uomini sfoggiano folte barbe e baffi d’altri tempi e indossano il
cappello dei “guardiens”, i butteri della Camargue. Le donne meritano quasi un
capitolo a parte; pesantemente truccate, vestite con gonnellini e abiti dagli
ampi panneggi e dai colori sgargianti, esibiscono anche collane, anelli,
bracciali e monili rigorosamente in oro. Non fanno eccezione le bambine, spesso
molto piccole. Tutti devono sfoggiare l’abito migliore per Sara. Mentre fuori
dalla chiesa il corteo religioso attende di comporsi alcuni uomini scendono
nella cripta in cui per tutto l’anno riposa la statua di Sara e la prelevano.
La Santa, portata a spalle, viene condotta fino al mare dove viene immersa
nell’acqua e spruzzata dalle donne. Secondo la credenza il momento della
benedizione in mare è occasione per
ottenere benefici dalla Santa, le mamme infatti bagnano i figli spesso
portandoli con il passeggino sul bagnasciuga e lo stesso vale per gli infermi e
i malati. Poi la statua viene riportata indietro e ricollocata nella cripta
dove chiunque potrà andare a pregare, a turno, perché lo spazio è risicato.
La festa vera e
propria inizia dopo la processione quando l’intero abitato di Saintes Maries si
trasforma in un immenso accampamento festante. Gli uomini improvvisano piccoli
concerti di chitarra e sulle melodie dal sapore spagnoleggiante le donne
ballano il flamenco. Violini, xilofoni e piccoli organi sono invece gli
strumenti preferiti dai rom; strumenti spesso scalcagnati e tenuti insieme a
fatica dai quali però i suonatori sanno tirare fuori gli inconfondibili suoni e
i ritmi della musica balcanica. Le donne, soprattutto quelle più anziane, si
offrono invece per leggere la mano ai turisti e predire loro il futuro.
Finita la festa
gli accampamenti vengono smantellati e i gitani abbandonano Saintes Maries per
riprendere (non tutti, perché molti dei gitani francesi sono ormai stanziali e
molti addirittura non vivono nemmeno nei campi) la vita nomade, dandosi
appuntamento all’anno successivo per omaggiare Sara.
Io ne ho viste
cose che voi cani non potreste immaginarvi:
l'umano ballare
improbabili flamenchi con avvenenti zingare,
canti e bevute colossali
con uomini dall'aspetto poco raccomandabile,
declamazioni di
poesie a bellezze gitane con grave sprezzo del pericolo occorso.
E tutti quei
momenti resteranno nella memoria di cane o andranno perduti
come lacrime
nella pioggia?
Resteranno,
l'uomo comincia a piacermi e credo proprio che me lo terrò!
Si preannunciano
anni lieti, finalmente.
continua la
prossima settimana