Io sono Smilla

IO SONO SMILLA


Il mio nome da cane felice è Smilla, ma non è sempre stato così. 
La mia vita ha avuto un brutto esordio e altri nomi, scelti da umani incapaci di questo ruolo.
Mia madre apparteneva ad un uomo buono, che però non riusciva a prendersi cura di lei e poi di noi cuccioli, una persona dedita all'alcool ma non al nostro benessere. 
Così, convintosi che quello che aveva da offrirci non fosse il meglio per noi, ci ha lasciati al canile.
La prima adozione è stata un disastro, dopo pochi mesi sono stata ritrovata in autostrada e per me si sono riaperte le porte del rifugio per cani
Anche la seconda esperienza di convivenza con un umano non è andata meglio: erano botte e percosse... E di nuovo in canile. 
Il mio primo anno e mezzo è stato terribile, la mia spensieratezza di cucciolo si era appena manifestata e subito spenta. Al canile mi chiamarono Stella, ma il mio sguardo non brillava più.
Finché un giorno, ormai otto anni fa, arrivò Paolo Susana: il suo cane era morto e cercava un nuovo amico, chiedeva un maschio di taglia grande. 
Non so ancora come, ma quando ci siamo visti, lui ed io, femmina di taglia media, tra noi è scattato qualcosa. 
Tuttavia i volontari del canile, che conoscevano la mia storia e sapevano quante ne avessi passate, erano restii nel darmi in adozione.
Paolo però non ha mollato. Prima c'è stato l'affido: mi veniva a prendere per qualche ora, mi portava in passeggiata e poi mi restituiva al rifugio. 
Così per un po' di tempo, finché un giorno siamo andati a casa sua, con la promessa di "rincasare" la sera: è stato un pomeriggio spensierato di coccole e carezze con suo figlio, cucciolotto come me. La sera, stanchi e felici, ci siamo accoccolati insieme davanti alla televisione: c'era il film di animazione "Balto", e sono rimasta rapita da quel cane mezzo lupo, che stava vivendo la sua meravigliosa e incredibile riscossa.
Ho sentito Paolo avvicnarsi al telefono e dire: "Senti, la cagnetta è tranquilla e sta guardando la tv con mio figlio, come faccio a riportarvela stasera?". 
Da allora la sua casa è diventata anche la mia casa e la mia vita è ricominciata, una vita fatta di amore e di cure, con il nome di Smilla, come la protagonista del romanzo di Peter Hoeg ("Il senso di Smilla per la neve"). 
Il motivo di questo cambiamento "anagrafico"? Dare un taglio al passato, mantenendo però un'assonanza con il nome a cui ero abituata (per noi cani il suono è importante!)... e poi, il mio rapporto con la neve è a dir poco fenomenale!

Con Paolo abbiamo fatto in questi anni un sacco di esperienze e soprattutto tanti viaggi: in treno, in auto, in bicicletta (io me ne stavo sul carrellino). 
Credo che lui sia una persona speciale: ha lavorato a lungo con persone che hanno vissuto esperienze di vita difficili. Sa immedesimarsi nella sofferenza degli altri, quindi ha capito anche la mia. 
E poi crede che niente dia il diritto agli umani di dominare gli altri esseri viventi. 


Insomma, la nostra è un’amicizia alla pari!

2 commenti:

  1. Bravo Paolo e stupenda Smilla! Un saluto da Giovanna & Dina

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    1. Grazie Giovi & Dina. Il merito è tutto di Smilla, io solo guido!!

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