-Triste: come in tutte le conclusioni la tristezza impera sovrana tra di noi mentre chini e meditabondi ci apprestiamo a preparare i bagagli.
Lentamente, con un'attenzione mai posta prima nelle volte innumerevoli che abbiamo compiuto quest'azione, quasi a voler rallentare quello che ormai è un dato incontrovertibile.
E' finita, si ritorna, questa sera ci attendono a Gorizia al Festival Vegetariano per raccontare la nostra avventura.
Jules Laforgue, nelle "Moralità leggendarie", scriveva che " tutto è bene quel che non finisce" e questi pensieri non ci aiutano di certo a farci invece entrare l'idea che da ogni fine nasce un inizio altro.
-Solitario: partendo con il Ronzinante carico, salutando Ferrara e i giorni lieti trascorsi in questa gradevole città, ci avviamo verso il Grande Fiume Po per avvicinarci alle nostre terre di partenza.
E qui che, complici le vibrazioni o i chilometri percorsi o l'insieme di queste ed altre variabili, l'Inarrestabile comincia a tossire e a far fatica, quasi che la coppia e la potenza del suo tetragono bicilindrico fossero dimezzate.
Quindi rimane inarrestabile,ma un po' rallentabile anche!
Comunque, dopo vari tentativi, bestemmie in alcuni idiomi ancora sconosciuti anche agli antropologi e glottologi di fama, un consulto telefonico con il valente Aljosha, addetto alle manutenzioni della Biolab e uomo dalle mani d'oro, capiamo il problema e lo risolviamo immantinente.
Si era staccato un cavo che porta la corrente a una delle candele e quindi il motore,che ha due cilindri, funzionava con uno solo.
Ritrovato il consueto vigore l'Insostituibile ci porta atleticamente verso il Veneto e il Friuli dopo.
-Final: arrivando a Gorizia veniamo accolti dalla nostra Elena che in questi mesi ci ha accudito da lontano come una web-badante.
E' lei che ci ha aiutato nell'organizzazione pratica di tanti particolari prima della partenza, ci ha supportato durante il viaggio ricordando all'umano gli appuntamenti, le interviste, dove dormiva, di mangiare, di lavarsi e di lasciar in pace le donne.
Ed è quindi lei che gestisce la coreografia del nostro arrivo al Festival.
Ad un segnale convenuto Paolo parte con il side e all'inizio della zona del Festival ci accolgono tre gorilla tre della sicurezza, che assumendo la posizione del cuneo, uno davanti e due ai lati, fendono la folla per permetterci di avvicinarci al padiglione cultura dove terremo la nostra performance.
Nel frattempo, salutando e benedicendo come dei pontefici, arriviamo nei pressi del tendone dove parte dagli altoparlanti "Born to be wild" dei Steppenwolf.
Entrata dentro la tenda con parcheggio sotto-palco e carrozzino in direzione pubblico dimodochè mi si possa vedere bene mentre scendo.
E in effetti scendo, mi guardo attorno e con fare ormai da consumata attrice, salgo sul palco e mi siedo vicino alla poltrona dove secondo me si siederà l'uomo.
Applausi, foto, flash, ringraziamenti e poi si comincia con Massimo Cirri, uno dei conduttori di Caterpillar su Radiodue Rai, che ci presenta e comincia a farci delle domande sul viaggio, sui rifugi, sulle persone incontrate, in tono a volte faceto e a volte serio.
Un grande! Grazie Massimo!
Alla fine grandi applausi, grande soddisfazione, interviste più o meno televisive, grande gioia e la promessa di un "Sidecar Smilla 2 la vendetta del randagio", da effettuarsi nelle regioni del Sud d'Italia che non siamo riusciti a visitare in questa prima edizione.
Grazie a tutti quelli che ci hanno permesso di poter vivere questo sogno, anche da parte dei cinquemila cani, sei o settecento gatti, qualche centinaio tra cavalli, asini , mucche, pecore e capre, maiali e galline e migliaia di volontari e di combattenti per la libertà di tutti i viventi.
ANIMAL LIBERATION!
"Gli occhi di Stan hanno il colore della foschia; quelli di Charlie, il colore del fuoco.
La brezza salata spruzza i loro visi di gocce trasparenti.
Stan passa la lingua sulle labbra e sente, forse per l'ultima volta in questo viaggio,
il gusto salato del mare.
Osvaldo Soriano.
-Triste, solitario y final"
Sidecar Smilla? E cos'è? SIDECAR SMILLA è un progetto, un sogno, una follia. L' idea è di fare un viaggio io cane, lui uomo, con un sidecar in giro per l'Italia e poi forse, per l'Europa. Bene, bravi! Ma perchè? Perchè, viaggiando in questo modo, vogliamo sensibilizzare le persone sull'abbandono dei cani, il randagismo che ne consegue e testimoniare la situazione dei rifugi dove i cani non più voluti finiscono i loro giorni.
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