" Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita, e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto."
Henry David Thoreau.
Ci accampiamo per la notte in una radura, tra faggi e betulle, siamo un po' scesi di quota.
Non c'è molto da fare: stendere lo stuoino, aprire il sacco a pelo, mettere a bollire sul Camping Gaz un po' d'acqua per la zuppa e scrivere un po' prima che faccia buio.
La temperatura nel pomeriggio si è alzata e per i prossimi giorni è previsto un caldo intenso. D'altronde per dormire fuori può andar bene, per camminare meno.
Questo è il destino di chi sceglie di camminare verso Est. Siamo coloro che vanno controluce, quelli che cercano le terre sfolgoranti dell'alba.
Siamo abbronzati sulla parte destra per non confonderci con quelli di Santiago che sono abbronzati all'incontrario perché mostrano la schiena al sole che sorge.
Non volevamo essere pellegrini fra i mille che vanno nella stessa direzione.
Camminiamo verso terre inquiete, dove forse i viaggiatori vengono visti con curiosità e sospetto, o forse il mio cinismo di celta peripatetico mi porta questi pensieri.
Mangiamo, cerco di lavarmi con dosi omeopatiche d'acqua e ci prepariamo per la notte.
Entro nel sacco, Bjork si accuccia al mio fianco, guardinga. Tengo a portata di mano la pila a manovella, il coltello e qualche legno che mi ha prontamente portato Bjork.
Mi addormento quasi subito, complice una brezzolina miracolosa, la cagnotta fa lo stesso.
La notte nel bosco può essere fonte di emozioni benevole ma anche angosciose, per i pericoli che si percepiscono e che si possono immaginare, per la circoscrizione degli spazi che ci circondano ed i relativi tranelli che possono nascondere, per il senso avvolgente, quasi senza respiro, dettato dal buio. Le sicurezze vissute nella familiarità, vacillano.
L'autocontrollo è messo a dura prova .
Il buio della notte ci svela la vita, ci fa sentire in compagnia di animali che ci osservano, ci seguono durante il nostro cammino incuriositi da questa nostra interferenza.
Sono presenze amiche e discrete.
Non è dello stesso avviso Bjork che nel cuore della notte ringhia, abbaia con quell'abbaio semi soffocato in gola che fa l'effetto sonoro di un "sboff" in chiave baritonale.
Ha deciso che deve dormire con un occhio aperto, come i cow boy.
Nelle notti successive, usa a sentir passare volpi, topini, insetti vari e, forse, la lince e l'orso, dormirà il sonno di giusti.
Sidecar Smilla? E cos'è? SIDECAR SMILLA è un progetto, un sogno, una follia. L' idea è di fare un viaggio io cane, lui uomo, con un sidecar in giro per l'Italia e poi forse, per l'Europa. Bene, bravi! Ma perchè? Perchè, viaggiando in questo modo, vogliamo sensibilizzare le persone sull'abbandono dei cani, il randagismo che ne consegue e testimoniare la situazione dei rifugi dove i cani non più voluti finiscono i loro giorni.
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