Olbia ci accoglie all' alba con un verdeggiare alieno di aiuole abbondantemente annaffiate.
Il contrasto con il giallo bruciato che qui ovunque dimora è stridente.
Percorriamo dapprima la dorsale orientale, relativamente fresca, e poi superato il Supramonte scendiamo verso la dorsale ovest.
La Sardegna è terra dura, il caldo è torrido (44° all'ombra).
Consumiamo litri e litri d'acqua, solo l'Inarrestabile Ronzinante procede imperterrito, l'aria non bolle,l'aria non gela, ma il suo bicilindrico raffreddato ad aria emana un calore che al confronto lo scirocco che soffia sembra fresco.
Io dal canto mio nel side ci sto abbastanza bene, ho un tendalino che mi protegge dal sole, il parabrezza che mi devia l'aria e un fresco materasso foderato di iuta.
Nonchè i siberini presi al supermercato che l'uomo usa per raffreddarmi e raffreddarsi.
Tutto è fermo in questi paesaggi immoti dai tempi delle civiltà nuragiche.
Milis, Putzu Idu, Su Cuccurru Mannu, S'Arena Scoada, Mari Ermi, Is Arrutas, Is Arenas.
La lingua sarda è una poesia di prelatino, spagnolo e idiomi della perduta Atlantide.
Bar frequentati da soli uomini, vecchie in nero, giovani donne dagli occhi che richiamano ad origini situate negli altopiani dell' Anatolia, altere bellezze multisangue dallo sguardo fiero.
Al Nurapolis ( Narbolia -Oristano) siamo di casa.
L'uomo ci viene da vent'anni.
Io c'ero già venuta sei anni fa e tutti si ricordano di me, ajò!
Gli eucalipti e le sughere ci ombreggiano in questo luogo che da trent'anni è gestito da compagni che in controtendenza rispetto alla grande umanità costretta ad emigrare da queste terre ingrate, sono tornati ed hanno creduto in una proposta turistico-culturale di qualità, democratica e libertaria, tant'è che chi viene al Nurapolis una volta ci ritornerà sempre.
Ci sono luoghi che sono dell' anima e questo è uno di quelli.
Quando se ne andrà lo scirocco ed arriverà il maestrale, al calare delle tenebre, andremo al rifugio Tobia di Narbolia a visitare i miei fratelli sardi.
Qui il randagismo è molto diffuso come anche il problema dell' avvelenamento degli animali e quindi, come dice il mio amico Peppino di Seneghe:est hora de aperrede sos ogos!
E' ora di aprire gli occhi!
"Nessuno come un cane sa apprezzare la straordinarietà della tua conversazione.
Christopher Morley"
Sidecar Smilla? E cos'è? SIDECAR SMILLA è un progetto, un sogno, una follia. L' idea è di fare un viaggio io cane, lui uomo, con un sidecar in giro per l'Italia e poi forse, per l'Europa. Bene, bravi! Ma perchè? Perchè, viaggiando in questo modo, vogliamo sensibilizzare le persone sull'abbandono dei cani, il randagismo che ne consegue e testimoniare la situazione dei rifugi dove i cani non più voluti finiscono i loro giorni.
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