lunedì 12 agosto 2013

RANDAGI ALLA CAMPIDANESE

Tra greggi di pecore e fichi d'India, tra il fiorire degli oleandri e l'ombreggiare degli olivi arriviamo al Rifugio Tobia di Narbolia (OR).
Il vento ha fatto il suo giro ed ora il maestrale ha un po' rinfrescato l'aria torrida dei giorni precedenti.
In un fondo agricolo di buone dimensioni è situato il rifugio.
Gabbie grandi, ben pulite ed ombreggiate accolgono i circa centocinquanta cani che qui dimorano.
Ci sono le zone per le mamme con i piccoli, quelle in cui stanno assieme cani compatibili e quelle in cui ci sono quelli che devono stare per loro conto.
I cani che vivono qui sono per la gran parte abbandonati dai pastori e dai cacciatori.
In Sardegna la vita è dura per i cani, ci racconta la presidente Lilli Porcedda.
Quando sono anziani e non più utili vengono abbandonati, così come quelli non abbastanza abili per la caccia o la pastorizia.
Poi logicamente inselvatichiscono e quando danno fastidio vengono sistematicamente avvelenati.
Ci sono delle persone invece, come Lilli e le volontarie che l'aiutano, che fanno molto per i randagi.
Lotterie per raccolte fondi, sterilizzazioni, vaccinazioni di cuccioli ed ora una convenzione per far lavorare in rifugio le persone che devono scontare delle pene con i lavori socialmente utili.
Domani partenza per il Rifugio di Olbia e poi traversata notturna verso il continente. Sob!

"Giudice: Qual è la tua professione?
Brodskij: Traduttore e poeta.
Giudice: Chi ti ha riconosciuto come poeta?
Chi ti ha arruolato nei ranghi dei poeti?
Brodskij: Nessuno. Chi mi ha arruolato nei ranghi del genere umano?"
(Atti del processo a Josif A. Brodskij, 1964)





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